Vivisezione - Una mitologia moderna - Parte VII
Mito 12 – I futuri medici e
veterinari hanno necessità di esercitare la loro
abilità chirurgica su animali vivi.
Questa affermazione è di difficile
confutazione, ma fortunatamente questo tipo di vivisezione non
viene praticato in questo Paese. In Gran Bretagna infatti i futuri
chirurghi veterinari operano su animali vivi esclusivamente se tale
tipo di cura risulta necessaria, contrariamente a quanto avviene in
altri Paesi, come ad esempio negli USA, dove vengono sottoposti ad
operazioni chirurgiche animali perfettamente sani. Gli studenti
britannici di medicina non hanno più fatto uso di animali
nelle esercitazioni sin dal diciannovesimo secolo. Il Regno Unito
segna la via in molte aree nelle quali il benessere animale viene
messo in discussione, come dimostrato in questi esempi, ma la
strada da percorrere è ancora lunga.
Mito 13 – Non ci dovrebbero
preoccupare gli animali sottoposti a sperimentazione dal momento
che molti di più sono gli animali destinati
all’alimentazione.
Con questa affermazione si sottintende che si
può giustificare l’accettabilità morale della
vivisezione in base allo sfruttamento degli animali in altri campi.
Si potrebbe quindi, ma si spera che ciò non avvenga,
ripetere lo stesso ragionamento per giustificare la caccia alla
volpe o i combattimenti tra cani.
L’osservazione che gli animali posti in
condizioni di sofferenza (e se non credete che nel Regno Unito gli
animali destinati all’alimentazione soffrano dovreste
documentarvi sui moderni metodi di allevamento intensivo in questo
Paese) e costretti a morire per diventare cibo sulle nostre tavole
sono molto più numerosi di quelli utilizzati per qualunque
altro scopo, inclusa la vivisezione, è del tutto legittima..
Potreste anche ragionevolmente obiettare che gli
anti-vivisezionisti che mangiano carne sono incongruenti , ma non
si può fare due più due e giungere così alla
conclusione che la vivisezione sia utile o moralmente
accettabile.
Fondamentalmente, ci si può anche
chiedere se la sperimentazione animale sia giusta o sbagliata, ma
la risposta non ha alcun legame con la questione se sia giusto o
meno nutrirsi di animali.
Naturalmente non sorprende che una buona parte
degli attivisti che si battono contro la vivisezione siano anche
vegetariani, che lo stiano diventando o perlomeno che ci stiano
pensando. Avete mai pensato di diventare vegetariani? È
facile se lo si diviene poco per volta, nel corso di mesi o persino
di anni. Francamente non mi è mai piaciuto particolarmente
mangiare carne ma, essendo parte della nostra cultura, ne siamo
condizionati fin da bambini. Anche una volta stabilito il legame
esistente tra la carne, quale alimento, e gli animali, veniamo
riassicurati che il maiale/agnello/pollo hanno una vita felice e
che vengono soppressi in modo indolore allo scopo di fornirci
qualcosa di cui non potremmo fare a meno.
Capisco, si pensava che io parlassi di
vivisezione. Bene, il punto è che se pensate che la
vivisezione sia moralmente sbagliata, avete il diritto di dirlo
qualunque siano le vostre abitudini alimentari. Se credete che, in
generale, gli esperimenti condotti sugli animali siano non
necessari e/o fuorvianti e/o controproduttivi avete il diritto di
dirlo chiaramente, qualunque cosa abbiate mangiato per colazione.
Mi spiace dover ammettere che è valido anche il contrario:
potete essere dei vegetariani in seguito ad una scelta di tipo
etico ed avere il diritto di pronunciarvi a favore della
vivisezione.
Per quanto riguarda i dati statistici, sebbene
siano veramente molto più numerosi gli animali destinati
alle nostre tavole rispetto ai due milioni e mezzo, nel solo Regno
Unito, destinati ogni anno alla sperimentazione (cifre tratte dalle
pubblicazioni governative degli ultimi anni), è anche vero
che tale numero è decisamente elevato e che la vita di tali
animali è degna di considerazione.
Mito 14 – La lotta contro la
vivisezione non è una causa a favore del
progresso.
È esattamente il contrario. Chi pone
all’attenzione tale punto di vista, lo sosterrà spesso
con l’argomentazione “nazista” di cui si è
trattato in precedenza. Il movimento anti-vivisezionista è
veramente una causa in progresso, in ogni senso. È in
progresso perché è sostenuta da un numero sempre
crescente di pensatori moderni ed è in progresso anche in
base ai passi avanti fatti a partire dalle atrocità del
passato, le quali vengono oggi apertamente condannate persino dalla
maggior parte dei vivisettori.
Se la vivisezione non fosse continuamente
sottoposta ad un rigido esame dal movimento anti-vivisezionista, le
condizioni degli animali da laboratorio oggi sarebbero ben peggiori
di quelle attuali.
Mito 15 – Animali come gatti,
cani e primati in genere non vengono utilizzati per gli esperimenti
nel Regno Unito.
Sebbene sia vero che i mammiferi più
comunemente utilizzati nella sperimentazione animale sono ratti e
topi, vengono usate anche molte altre specie, compresi gatti, cani
e scimmie. Alcuni primati, come ad esempio gli scimpanzè non
vengono più utilizzati in Gran Bretagna da diversi anni ma
altri, come ad esempio i babbuini ed i macachi, sono ancora
sfruttati. Tra i cani, la razza più comunemente usata
è invece quella dei beagle, in virtù del loro docile
carattere.
Mito 16 – La maggior parte
dei ricercatori sono amanti degli animali ed è questo il
motivo per cui essi lavorano con gli animali stessi.
Vi prego di scusarmi mentre mi rialzo da terra
dopo essermi a lungo rotolato dalle risate! Vi perdonerò per
aver pensato che questa me la sia inventata, ma la verità
è che l’affermazione sopra riportata è stata
seriamente avanzata. È buona come battuta quasi quanto
quella che ho sentito una volta riguardo gli animali da fattoria.
In tale occasione fu detto, in tutta serietà, che sarebbe
una crudeltà se smettessimo di mangiare carne, perché
tutti quegli animali da fattoria allevati allo scopo di fornirci
nutrimento non avrebbero più ragione di esistere!
Mito 17 – Ogni abuso sugli
animali verrebbe scoperto dagli ispettori
governativi.
Sarebbe bello poterci credere ma le esperienze
passate ci dimostrano che le cose non vanno in questo modo. Come
esempio, consideriamo il caso dell’Huntingdon Life Sciences
(HLS), una vasta organizzazione che esegue ricerche in appalto, i
cui laboratori sono presenti in America e in Gran Bretagna. Mentre
il laboratorio dell’HLS presente nella contea di Cambridge
era oggetto di un indagine segreta in tema di crudeltà sugli
animali da parte di Channel 4, esso fu sottoposto a controllo DUE
volte da parte degli ispettori governativi. In passato HLS è
stato il soggetto di non meno di 5 scoop giornalistici. Si
può parlare di abuso animale istituzionalizzato?
3 – Riferimenti
bibliografici
1. The Thalidomide Children and the Law (I figli
del Talidomide e la Legge)
Un servizio
giornalistico del Sunday Times. 1973
ISBN
0-233-96538-6
2. Professor George Teeling-Smith. In un saggio
intitolato “A Question of Balance” (Un problema di
equilibrio).
Association of the
British Pharmaceutical Industry (ABPI – Associazione
industriali farmaceutici britannici). 1980
3. Pediatrics (Pediatria), Apr. 1968, Vol. 41, No.
4, pp.765-776
Los Angeles Times
– Mercoledì 20 dicembre 2000
4. Thalidomide: Potential Benefits and Risk
(Talidomide: potenziali benefici e rischi)
Seminario
scientifico aperto al pubblico
Finanziato da
National Institues of Health (Istituto Nazionale per la Salute),
FDA 1997
5. Arsenic: Medical and Biological Effects of
Envroinmental Pollutants (Arsenico: effetti medici e biologici
degli inquinanti ambientali). Pagina 192
The Committee on
Medical and Biological Effects of Envroimental Pollutants (Comitato
per gli effetti medici e biologici degli inquinanti
ambientali).
National Research
Council (Consiglio Nazionale per la Ricerca) 1977
6. The Christian Children Fund Of Great Britain
(CCF – Fondo cristiano per l’infanzia, sezione della
Gran Bretagna) – http://www.ccfgb.org.uk
7. Animal Liberation (Liberazione animale). Peter
Singer, Pimlico 1995 [N.d.T – La più recente
pubblicazione del testo di Singer in lingua italiana: Liberazione
Animale, Peter Singer – Ed. Il Saggiatore, 2003 –
300 pagine illustrate a cura di P. Cavalieri, prezzo di copertina
€ 8,50]
8. Thalidomide: a brief history (Talidomide: una
breve storia). R.W. Smithells, C.G.H. Newman. J. Med. Genet.
(Giornale di medicina genetica). 199229:716-23
Tratto dal sito: www.catleugh.freeserve.co.uk
Versione originale: http://www.catleugh.freeserve.co.uk/vivmyths.htm
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