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Costo umano |
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Vivisezione - Una mitologia moderna - Parte VI
Mito 09 - Gli animali vengono
utilizzati nella ricerca/sperimentazione solo quando assolutamente
necessario.
Uno sguardo alle linee guida in corso di
validità nel Regno Unito ci dice che dovrebbe essere
così, ma il punto è: chi definisce cosa è
necessario? Se i vivisettori ci dicono che i loro test sugli
animali, pur inesatti ed ingannevoli, sono la sola opzione
esistente, noi dobbiamo trovare protocolli di ricerca alternativi
che non prevedano l’uso di animali. Non dovrebbe essere
così difficile, dal momento che i risultati ottenuti dagli
esperimenti condotti sugli animali sono di così scarsa
rilevanza per il genere umano che si otterrebbe maggior precisione
lanciando una monetina.
Mito 10 - Se una sostanza
è innocua/tossica per un animale allora è
innocua/tossica anche per l’uomo.
Abbiamo già preso in considerazione la
vicenda del Talidomide, che già di per sé va a
commentare questa affermazione. Si possono trovare molti altri
esempi? In gran quantità. Naturalmente può accadere
che alle volte si riscontri lo stesso effetto collaterale sia nella
specie animale che funge da modello che nell’uomo, è
tutta una questione di probabilità. Allo stesso modo, un
farmaco può risultare tossico per gli animali ma non per
l’uomo e viceversa. In altre parole, è un terno al
lotto.
Il “Los Angeles Times”, un
quotidiano americano, nel dicembre 2000 riportò un servizio
in cui veniva trattato il legame tra svariati medicinali già
approvati ed un gran numero di morti. Essi esaminarono le relazioni
trasmesse all’FDA tra il 1993 e il 2000, in merito a 1002
decessi, e, ad uno su sette di questi erano stati correlati, quale
sospetta causa di morte, farmaci in distribuzione. I medicinali in
questione erano stati tutti approvati tra il 1993 e il 2000 prima
di venire, in seguito, ritirati. Nella statistica non venivano
conteggiati quei casi per i quali il farmaco era stato considerato
causa secondaria di morte o meno ancora, mentre gli epidemiologisti
hanno ipotizzato che il numero effettivo di decessi ad essi
correlato potrebbe essere molto più elevato. Uno dei farmaci
coinvolti era il Rezulin, commercializzato negli USA per tre anni,
da gennaio 1997 fino al suo ritiro dal mercato nel marzo 2000, dopo
aver più volte cambiato nome. Da quel momento non fu
considerato efficace nel suo ruolo di contrastare le crisi di
diabete negli adulti, ruolo per il quale esistevano già
almeno altri nove trattamenti. Il Rezulin fu ritirato dal mercato
britannico nel dicembre 1997, dopo che furono segnalati i primi
decessi. In seguito alla sua pur breve commercializzazione, il
Rezulin fu correlato a 391 casi di decesso segnalati all’FDA
in America e fruttò ai produttori, Warner - Lambert,
più di due bilioni di dollari grazie alle vendite. ((Los
Angeles Times - mercoledì 20 dicembre 2000)) Questo
caso dà un indizio sul perché la sperimentazione
animale venga utilizzata per “verificare“ se un farmaco
sia innocuo oppure efficace. Si permette che il medicinale venga
commercializzato in tempi brevi con conseguente guadagno di tipo
economico. Nel caso del Rezulin, presubilmente, i test condotti
sugli animali avevano indicato che esso sarebbe stato almeno di
efficacia pari al gran numero di farmaci già esistenti e che
verosimilmente non sarebbe stato causa di un gran numero di decessi
in seguito di inaspettati problemi epatici. Bene, i fatti
dimostrano che entrambi i presupposti non erano corretti ma,
valutando l’aspetto positivo della faccenda, i produttori
riuscirono a guadagnarci un paio di bilioni di dollari.
L’esempio sopra riportato si riferiva a
medicinali che sono poi stati ritirati dal commercio, evenienza
abbastanza rara. L’autorizzazione per i medicinali in questo
Paese, ma sospetto anche nella maggioranza degli altri, si basa su
un fattore del tipo rischi - benefici. Un farmaco può
presentare gravi effetti collaterali sia per la gente in generale
che per particolari categorie e/oppure se somministrato in
concomitanza ad altre cure e/oppure può non avere nessuna
efficacia nella cura del disturbo per il quale è stato
pensato. In quest’ultima eventualità non è
detto che il farmaco venga ritirato dal mercato. È molto
più probabile che gli venga dato un altro nome, che siano
indicate nuove avvertenze o restrizioni per l’uso o che venga
perfino destinato ad un uso completamente diverso. Il Rezulin (vedi
sopra) fu rinominato almeno quattro volte nella sua breve vita. Il
Talidomide fu inizialmente pensato quale antispastico. Prove
cliniche avevano dimostrato che non era particolarmente adatto allo
scopo ma rivelavano la possibilità di utilizzarlo come
sedativo. Fu anche confrontato con altri farmaci per contemplare la
possibilità di utilizzarlo nel trattamento di asma,
emicranie ecc. (8) ovviamente fu ritirato dal mercato una volta
noti i pesanti effetti collaterali del farmaco, ma tale
provvedimento fu solo temporaneo. Il Talidomide ha oggi cambiato
nome ma chiaramente il suo uso viene limitato ai casi in cui la
possibilità che venga somministrato ad una donna in stato di
gravidanza è rigorosamente limitata. Attualmente viene
utilizzato per il trattamento della lebbra e nei malati affetti da
AIDS.
Mito 11 - Sono stati fatti
seri tentativi per trovare alternative alle procedure che prevedono
l’utilizzo di animali.
C’è un fondo di verità in
questo. Sono stati fatti alcuni tentativi e le persone coinvolte
senza dubbio erano seriamente impegnate nel loro lavoro, ma non
sono state loro concesse le risorse o le richieste sovvenzioni di
cui necessitavano, che è il motivo per il quale devono
esistere associazioni benefiche come il DR. Hadwen Trust.
È stato spesso detto che trovare metodi
alternativi è nello stesso interesse dei vivisettori in
virtù del loro minor costo. Non è proprio
così. È corretto, per quanto ne so, affermare che le
metodologie alternative già esistenti sono più
economiche delle sperimentazioni animali che esse andrebbero a
sostituire, e questa è probabilmente una delle ragioni
principali per le quali vennero sviluppate, in prima battuta, tali
alternative. Quanti metodi alternativi si sarebbero potuti trovare
fino ad oggi se ci fossero stati più fondi a disposizione
per la loro ricerca, e le spese non fossero stati il fattore
ritenuto più importante?
Ovviamente le aziende chimico farmaceutiche
hanno il guadagno come unico scopo, certamente non il benessere
animale (o persino umano), eccetto che nel momento in cui
l’opinione pubblica minaccia i loro margine di profitto.
[ Continua... ]
Tratto dal sito: www.catleugh.freeserve.co.uk
Versione originale: http://www.catleugh.freeserve.co.uk/vivmyths.htm
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