Vivisezione - Una mitologia moderna - Parte V
Mito 06 - Per gli
anti-vivisezionisti gli animali sono più importanti delle
persone.
Gli antivivisezionisti credono che tutti gli
esseri senzienti dovrebbero avere gli stessi diritti fondamentali e
ne consegue naturalmente che l’Uomo, il più senziente
tra tutti gli animali, dovrebbe avere questi diritti fondamentali e
molti altri ancora.
Nota: l'opinione espressa dall'autore nella frase
precedente differisce radicalmente da quella
di Noi-Animali.org, sebbene le conclusioni a cui si arriva sono le medesime:
la vivisezione è inutile,pericolosa e eticamente
inaccettabile.
Ho potuto verificare personalmente che chi si
oppone alla vivisezione e ad altre forme di violenza sugli animali
è a favore dei diritti degli animali ma NON contro i diritti
delle persone, ed è invariabilmente contrario allo
sfruttamento degli altri esseri umani od alla perdita dei loro
diritti. Io mi ritengo un antivivisezionista e mi sento tanto
oltraggiato come chiunque altro se penso al trattamento riservato
agli Indiani d’America, al modo in cui gli Aborigeni sono
stati trattati da altri Australiani o a ciò che è
accaduto agli ebrei (e ad altre minoranze) durante la seconda
guerra mondiale. Sono contrario alla vivisezione ma favorevole ai
diritti umani, come mi immagino lo siano tutti gli
antivivisezionisti. Mi preoccupo degli animali ma ciò non mi
impedisce di preoccuparmi per i 12 milioni (sì, 12.000.000)
e più di bambini che muoiono ogni anno di “fame,
stenti e malattie che potevano essere evitate” (6), o delle
centinaia di adolescenti che nel mio Paese vivono sulla strada. Chi
ha a cuore gli animali avrà molto più probabilmente a
cuore le persone di chi tratta gli animali con crudeltà,
come dimostrano i ben noti e definiti legami tra violenza sugli
animali e i crimini e le violenze sui bambini. Senza offesa, ma non
mi sentirei tranquillo se lasciassi mio figlio alle cure di un
tecnico incaricato di sorvegliare gli animali da laboratorio. Vi
ricordate il servizio di Channel 4 nel quale veniva proiettato il
filmato di un tecnico di laboratorio mentre prendeva a pugni un
beagle e gli altri dipendenti dell’Huntingdon Research Centre
(ora Huntingdon Life Sciences) assistevano ridendo? Pensate
veramente che persone che trattano gli animali da laboratorio in
questo modo siano molto più adatti a prendersi cura degli altri
che non l’antivivisezionista medio? Tra parentesi, se
vi siete persi il documentario su Channel 4, due tecnici di
laboratorio vennero poi ripresi e licenziati. Naturalmente, quelli
che stavano lì guardando e ridendo non stavano violando la
legge ma, ciò nonostante, credo che alcuni vennero
sottoposti a sanzioni disciplinari.
Non credo possiate chiedermi di scegliere tra un
animale da laboratorio ed un bambino ma supponiamo comunque, per il
puro gusto di discuterne, che non abbia alternative e che debba
scegliere tra un bimbo ed un animale da laboratorio, diciamo un
ratto, un topo o perfino un gatto od un cane. Naturalmente, di
fronte ad una scelta del genere tutti gli antivivisezionisti che
conosco sceglierebbero di salvare il bambino. Uno dei personaggi
più noti nell’ambito del movimento per i diritti degli
animali, Peter Singer, un fermo oppositore della vivisezione, si
esprime in questi termini:
“…Ma per opporsi a ciò che
sta succedendo ora non è necessario insistere pretendendo
che tutti gli esperimenti sugli animali abbiano immediatamente
fine. Tutto ciò che c’è da dire è che
dovrebbero terminare immediatamente quegli esperimenti che non
siano condotti in funzione di un obiettivo chiaro ed urgente,
mentre nei rimanenti campi di ricerca dovremmo, qualora possibile,
cercare di rimpiazzare gli esperimenti che coinvolgono gli animali
con metodi alternativi che non lo fanno…” (7). Il
punto è che risulta improbabile che si possa almeno dire che
la maggioranza dei milioni di animali da laboratorio uccisi ogni
anno abbiano contribuito a salvare delle vite umane. È
più probabile che siano deceduti testando una nuova
qualità di candeggina ad uso domestico, un’ulteriore
compressa per l’indigestione o nel corso di inutili
sperimentazioni mediche i cui risultati potrebbero non essere
esattamente riferibili agli esseri umani.
Nota: è evidente che la posizione dell'autore citato,
Peter Singer, sia completamente diversa dalla posizione di Noi-Animali.org.
In pratica secondo Singer se esistessero esperimenti utili questi sarebbero
accettabili, mentre noi riterremmo comunque ingiusto uccidere degli esseri
viventi. In vari articoli comuqnue Singer si scaglia contro ogni forma di
vivisezione, semplicemente lo fa con motivazioi in parte diverse dalle
nostre.
Mito 07 - È grazie ai
vaccini che sono state eliminate malattie quali la difterite ed il
colera.
Potrebbe essere in parte vero, nel senso che
essi hanno contribuito a debellare le maggiori epidemie, già
però in declino per altri motivi prima che i vaccini
venissero sviluppati. Alcuni vaccini possono essersi rivelati
più efficaci di altri e c’è anche la
possibilità che dei vaccini possano aver causato più
problemi di quelli che hanno contribuito a risolvere. Non tutti gli
scienziati sono davvero convinti che il virus dell’AIDS non
si sia trasmesso dalle scimmie all’uomo attraverso il vaccino
antipoliomielite.
La sola certezza in merito a moltissimi vaccini
è l’ingente somma di denaro guadagnato dai loro
produttori.
La ragione principale del declino di malattie
quali il colera è da ravvisarsi nella disponibilità
di acqua potabile e di adeguate misure igieniche; la maggior parte
delle epidemie erano quindi già sotto controllo prima
dell’introduzione dei vaccini.
Il test condotto sugli animali nel caso dei
vaccini è una variante della procedura LD50, di cui si
è già trattato al punto 2 e, oltre ad essere un tipo
di prova particolarmente crudele, l’affidabilità dei
risultati così ottenuti, se riferiti al genere umano,
è altamente in dubbio, come accade del resto per tutti i
dati derivanti dalla sperimentazione animale.
Mito 08 - Gli animali da
laboratorio non provano sofferenza.
Sembra incredibile, ma i primi vivisettori si
rifiutavano di credere che gli animali potessero provare dolore e
da qui gli esperimenti in cui ai cani venivano inchiodate le zampe
al tavolo per dissezionarli ancora in vita o quelli in cui i
conigli venivano cucinati vivi così che potesse essere
osservato l’effetto del calore. Perfino oggi ci sono persone,
cittadini delle nazioni “civilizzate”, che vorrebbero
mettere in discussione la capacità degli animali di provare
dolore (o piacere).
Nei laboratori agli animali spesso non viene
somministrato alcun antidolorifico perché ciò
potrebbe interferire con i risultati dell’esperimento.
Inoltre, il dolore non è la sola forma di sofferenza per un
animale. Essere costretti in piccole gabbie o essere mantenuti
completamente immobilizzati tramite appositi dispositivi
rappresentano condizioni di grave stress. Tantomeno avere un tubo
infilato nella gola fino a ritrovarsi lo stomaco completamente riempito con
l’ultimo detergente da forno, essere costretti ad inalare
vapori tossici od essere sottoposti ad un altro delle centinaia di
esperimenti che comportano sofferenza può essere troppo
divertente.
[ Continua... ]
Tratto dal sito: www.catleugh.freeserve.co.uk
Versione originale: http://www.catleugh.freeserve.co.uk/vivmyths.htm
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