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Pericolosità [ 1 ] |
Costo umano |
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Vivisezione - Una mitologia moderna - Parte III
Mito 03 - Una maggiore sperimentazione animale avrebbe prevenuto la
tragedia legata al Talidomide
Sono sicuro che la maggior parte di voi abbia
più volte sentito parlare del caso del Talidomide. Si
trattava di una medicina in vendita anche senza ricetta medica,
responsabile di terribili malformazioni congenite o della morte di
migliaia di neonati con conseguente sofferenza dei loro genitori e
della famiglia tutta.
Il Talidomide fu prodotto per la prima volta nel
1953 dall’industria chimica tedesca Grünenthal. Dapprima
pensarono di utilizzarlo per combattere le convulsioni ma fu ben
presto evidente che era inadatto a questo scopo e fu quindi
classificato come sedativo particolarmente sicuro in quanto anche
eventuali sovradosaggi non risultavano mai essere letali.
Sfortunatamente fu utilizzato nel trattamento di nausea e vomito in
gravidanza.. Il medicinale fece la sua prima comparsa sul mercato
britannico nell’aprile 1958, prodotto dalla Distillers con il
nome commerciale di Distavol e fu altresì utilizzato quale
componente dell’Asmaval e del Tensival. Sebbene il Talidomide
non sia stato testato su animali gravidi prima del suo lancio sul
mercato, esso aveva superato altri test sugli animali, sia presso
la “Chemie Grünenthal” che presso la
“Distillers Company (Biochemicals) Ltd.”, ed anche presso
altre aziende che lo producevano, sotto licenza, in altri Paesi.
Nessuna delle prove effettuate sugli animali portò
però alla luce alcun serio e ripetuto effetto collaterale,
come ad esempio la possibilità che la sua assunzione potesse
causare neuriti periferiche irreversibili. Sebbene sia stato
distribuito negli Stati Uniti per consentire la realizzazione di
trial clinici, non fu mai veramente messo in vendita in tale
nazione perché l’FDA venne a conoscenza di rapporti
stesi in Europa nel Dicembre 1960, nei quali risultava che pazienti
a cui era stata somministrato il Talidomide presentavano sintomi di
neuriti periferiche. Il dott. Frances O. Kelsey, il dirigente
dell’FDA responsabile di aver interdetto la vendita del
Talidomide sul mercato statunitense, fu insignito eroe nazionale
nel 1962 dal presidente Kennedy. La documentata insorgenza di casi
di neurite periferica non dissuase la Distillers dal proseguire la
campagna pubblicitaria che sottolineava quanto il medicinale fosse
innocuo, ed essi ritirarono finalmente il Distaval dal mercato nel
novembre 1961 quando divenne schiacciante l’evidenza clinica
di uno stretto legame tra il Talidomide e l’ingente
manifestarsi di malformazioni congenite.. Oltre un decennio
più tardi, la grande maggioranza delle vittime britanniche
non avevano ancora ottenuto la liquidazione delle richieste di
risarcimento presentate alla Distillers. (1) È molto
improbabile che se a quel tempo fossero stati condotti dei test su
animali gravidi essi avrebbero consentito di identificare il
problema. Nel 1980 il professor George Teeling-Smith disse che era
soltanto ipotizzabile che si sarebbe stati in grado di riprodurre
delle specifiche deformazioni in un numero limitato di specie
animali e che era improbabile che test specifici su animali in
stato di gravidanza avrebbero messo in guardia dei pericoli,
perché le specie a ciò necessarie probabilmente non
sarebbero state utilizzate. Tra l’altro, nello stesso
articolo, egli ci dice come dosi anche minime di penicillina siano
assolutamente letali per le cavie. (2) Allo stesso
modo, in un articolo del 1968 che analizza una serie di
malformazioni congenite, ci viene detto che i metodi esistenti per
la valutazione di effetti teratogeni in seguito a fattori esogeni
- in particolar modo medicinali ed altre sostanze chimiche-
non danno alcuna tutela attendibile per ciò che riguarda
l’embrione umano. (3) In quello stesso articolo si pretendeva
che un protocollo di quel tipo avrebbe previsto l’esigenza
del ritiro del Talidomide dal mercato entro 5 mesi dalla sua
introduzione. La verità è che il Distaval rimase sul
mercato britannico per tre anni e mezzo. La lezione che il caso
Talidomide ci dà, è che i nuovi medicinali non
dovrebbero essere somministrati alle donne in stato di gravidanza
fino a che il loro effetto sull’uomo non sia stato ben
studiato e perfino il loro utilizzo dovrebbe essere severamente
controllato.
Ora proviamo a comprendere la logica della
sperimentazione animale influenzata dalla tragedia del Talidomide.
Come dimostrato, è molto improbabile che qualsivoglia test
su animali gravidi, prima che il Talidomide venisse messo in
vendita, avrebbe messo in luce un problema in tal senso. Dopo che
il legame tra Talidomide e malformazioni fetali fu soperto in
seguito ad osservazioni cliniche, furono effettuati un gran numero
di test sugli animali. Inizialmente le prove eseguite non furono in
grado di riprodurre gli effetti teratogeni riscontrati negli umani
e solo dopo molti esperimenti con numerose specie animali, si
trovò una particolare razza di conigli per i quali il
Talidomide era causa di anomalie congenite ed anche così, la
dose necessaria per chilogrammo corporeo nel coniglio era 10 volte
superiore a quella che causava problemi per l’uomo. (4). Ora
i vivisettori hanno il loro modello per dimostrare che il
Talidomide era teratogeno, fatto per altro già accertato
sugli umani. Ciò che essi hanno realmente dimostrato
è stata l’inutilità del modello animale per
prevedere la teratogenicità.
Se un nuovo farmaco causa malformazioni
congenite negli animali da laboratorio, ciò comporta che
esso causerà malformazioni congenite anche
nell’animale uomo? La risposta è no.
Se un nuovo farmaco non causa malformazioni
congenite negli animali da laboratorio, ciò comporta che
esso non causerà malformazioni congenite anche
nell’animale uomo? La risposta è no.
Nella malaugurata ipotesi che venga prodotto un
altro medicinale con la capacità di causare le stesse
anomalie congenite provocate dal Talidomide, i test condotti sugli
animali per verificarne la teratogenicità manterranno il
prodotto lontano dal mercato? Soltanto se esso avrà un
affetto teratogeno anche su una delle specie animali sulle quali
viene testato, il che è ben lontano dall’essere una
sicurezza. C’è una grande differenza tra le diverse
specie per ciò che riguarda gli effetti di un dato
teratogene, così come il Talidomide causava gravi
malformazioni negli esseri umani, anche se assunto in dosaggi
relativamente bassi mentre erano necessari “dosaggi
estremamente elevati” negli esperimenti condotti sugli
animali. (5) Detto ciò, se la medaglia mostra la faccia
sbagliata e cioè nel caso in cui il modello animale
utilizzato non presenti anomalie congenite, il produttore
avrà una fiducia infondata nei confronti della non
tossicità del farmaco. Ho appositamente menzionato il
concetto della monetina perché, se ne lanciate una e
stabilite “testa - il medicinale è innocuo,
croce - non lo è”, avete più o meno la
stessa probabilità di ottenere la medesima accuratezza nella
conclusione che se vi foste basati sulla sperimentazione
animale.
[ Continua... ]
Tratto dal sito: www.catleugh.freeserve.co.uk
Versione originale: http://www.catleugh.freeserve.co.uk/vivmyths.htm
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